VentiTre


TETRISTOWN@Seminario Prof. O. Carpenzano by filippo81
marzo 23, 2009, 12:15 am
Filed under: ARCHITETTURA & CO.
TetrisTown_author:FilippoCerqua

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Elaborato conclusivo del Seminario a cura del Prof. O.Carpenzano sul tema:

ARCHITETTURA IN PERFORMANCE. LE SUPERFICI CIECHE DEGLI EDIFICI DELLA METROPOLI CONTEMPORANEA

La città del XXI secolo è oggi più che mai un serbatoio di aree eleggibili ad operazioni di riconfigurazione progettuale. Mutazioni nei tessuti sociali, culturali ed urbani fanno si che ambiti fino ad oggi non valorizzati possano rivelarsi strategici nella volontà di rinnovamento urbano. È in questo contesto teorico che è stato individuato nel quartiere San Lorenzo di Roma l’ambito di intervento più congeniale per un’operazione progettuale volta a trasformare le superfici cieche degli edifici. Queste testimonianze silenziose della tragicità degli eventi che segnarono il quartiere durante il secondo conflitto mondiale hanno assistito, negli ultimi quarant’anni, alla profonda trasformazione socioculturale che ha investito San Lorenzo: non più area residenziale della manovalanza dello scalo ferroviario limitrofo ma piuttosto un informale prolungamento della città universitaria antistante capace ancor oggi di rappresentare il cuore pulsante della Roma “under 40”. Sinteticamente, è qui che oggi si concentrano i luoghi di aggregazione giovanile “extra-turistici”; è qui che la creatività dei giovani romani (di nascita o d’adozione) trova sfogo nelle forme più varie (dalle decine di live-club, gallerie, ecc. fino ai fenomeni di street-art che colonizzano i muri e le strade del quartiere) alimentando il “meraviglioso organismo integrato metabolizzante” che è la città contemporanea. È, nel contesto romano, il luogo del “fast, cheap and out of control” caratterizzante la metropoli del XXI secolo.
Tetristown nasce appunto con l’intento di innescare un processo volto a interrompere la condizione di stasi delle pareti cieche. Preso atto dei fenomeni di trasformazione sopra descritti questo progetto si pone l’obbiettivo di diventare un catalizzatore della trasformazione stessa. Lo scopo non è quindi quello di creare una singolarità progettuale ma di innescare una reazione a catena su scala urbana: uno script liberamente reinterpretabile in tutte quelle condizioni di trasformazione assimilabili alla proposta.
È opportuno sottolineare un secondo aspetto alla base della proposta progettuale: queste unità, non soltanto dovranno assolvere la funzione estrinseca di ridefinizione di spazi presenti ma invisibili nel quartiere e nella città tutta ma, per conformazione morfologica, aspirano a stimolare la colonizzazione puntuale della parete stessa del singolo edificato. La trasformazione è infatti pensata così da “non eliminare completamente la sua funzione preesistente” (la parete cieca come memoria storica) “e non limitare possibili scenari futuri di cambiamento” .

L’area di progetto interessa la parete cieca di un edificio ottocentesco situato tra via dei Sabelli via degli Equi e via degli Arunci che presenta un piano terra commerciale tutt’oggi in uso. L’edificato proposto, con struttura portante in acciaio, è costituito da un’altana soprelevata che insiste su un doppio sistema strutturale verticale in grado di ospitare i collegamenti verticali della struttura. Questa scelta favorisce un’ipotetica cantierizzazione esclusivamente di assemblaggio, in virtù di condizioni contestuali complesse (tessuto ad isolato di matrice ottocentesca con sedi stradali di dimensioni limitate, presenza dell’edificio residenziale di confine, preesistenza del piano terra commerciale).

La morfologia caratteristica di Tetristown non è priva di riferimenti progettuali sia nell’area stessa di San Lorenzo (Istituto di Neuropsichiatria Infantile del Gruppo Metamorph, 1982-1998 ) sia in ambiti geograficamente più distanti (Ontario College of Art & Design di Alsop Architects, Toronto, Canada 2004 ). L’edificio ha come obbiettivo quello di rispondere a tre differenti domande funzionali: una nuova altana sulla città che proietti lo spazio pubblico in altezza offrendo a gli utenti una vista dello skyline romano; uno spazio flessibile in grado di ospitare piccoli eventi culturali e ricreativi: mostre convegni, performances, ecc.; un ambiente in grado di offrire una pausa dal caos urbano del quartiere sottostante per raccogliere i pensieri in un abito pubblico atipico.
L’accesso alla struttura avviene da una porta commerciale ad oggi in disuso situata in via dei Sabelli. Raggiunto il primo piano oggi copertura del piano terra commerciale esistente si incontra uno spazio pubblico attrezzato che accoglie, tra gli altri, due piccoli campi sportivi (basket one-o-one) . La pianta dell’edificio offre all’utente un percorso graduale di scoperta dello skyline. Dopo aver raggiunto la quota dell’edificio attraverso una scala si accede all’ingresso della struttura che propone viste parziali stimolando la curiosità dell’utente ed invitandolo a proseguire nel percorso. Per mezzo di uno spazio connettivo si accede all’ambiente principale che offre, grazie all’ ampia superficie vetrata, una visione più completa. Tale vista si arricchisce ulteriormente raggiungendo la terrazza panoramica direttamente collegata ad una loggia coperta.
Il rivestimento esterno dell’edificio, fissato in opera, consiste di una superficie semipermeabile bianca decorata con una disposizione casuale di quadrati neri che creano un effetto pixels. Le bucature sono costituite da parallelepipedi di vetro colorato aggettanti disposte a varie quote mentre, nell’ambiente principale la grande superficie vetrata arretrata permette la visuale sul panorama circostante. A questo sistema diaframmatico “hard” si affianca il sistema “soft” della pelle di rivestimento per mezzo di un sistema di micro foratura semipermeabile. Grazie a questa soluzione tecnologica l’edificio è in grado di accogliere proiezioni visibili di notte anche all’esterno dell’edificato. L’intento non è tanto quello di proporre un “media-building” quanto di ribaltare il rapporto instaurato tra utente ed edificio. Infatti se di giorno Tetristown è un supporto in grado di offrire un sguardo inusuale sulla città e sul suo skyline, di notte diventa esso stesso oggetto degli sguardi della città che spaziando per il quartiere vedono stagliarsi il suo profilo (necessariamente quindi più alto degli edifici circostanti) nel cielo di San Lorenzo.

Filippo Cerqua, Febbraio 2009


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grande filo

Commento di vincenzo




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